Cesare Pascarella |
Il sonetto recita così:
Ar vicolo der Pino, sur cantone,
Trovamo Peppe Cianca cor fischietto,
Sciabighella che armava er calascione,
E Schizzo che portava l'orghenetto.
Dar cichettaro,lì, sotto ar lampione,
Prima se sciroppassimo er cichetto,
E dopo, annamo dritti p'er Biscione,
Piazza San Carlo, traversamo Ghetto...
Sotto ar Moro sentimo le campane
De San Francesco batte er matutino,
Pioviccicava. Non passava un cane.
Paremio 'na patuja de sordati.
Arfine, ar vicoletto der Rampino,
Nino se ferma: "E' qui?" Semo arivati.
Dal momento che l'itinerario raccontato dal Pascarella è ben plausibile e tutte le strade citate sono note e realmente esistite, è altamente probabile che l'autore lo abbia inventato per ragioni di rima. L'alternativa possibile - ma meno plausibile - è che il Vicolo del Rampino fosse un modo con cui il Pascarella - e forse eventualmente non solo lui - chiamavano un determinato vicolo che ci sarebbe comunque difficile inquadrare quale potrebbe essere.
In ogni caso, il rampino è un attrezzo composto da una corda cui sono attaccati uno o più ganci, usato in genere per fissare una corda o per raccogliere oggetti sommersi.
In ogni caso, il rampino è un attrezzo composto da una corda cui sono attaccati uno o più ganci, usato in genere per fissare una corda o per raccogliere oggetti sommersi.
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