Colonna miliaria, di epoca fascista, con l'indicazione di Via del Mare negli anni Trenta, oggi sostituita da Via del Teatro Marcello. |
Tra il 1922 ed il 1944, quando Roma è stata la capitale dell'Italia fascista e poi, per meno di un anno, occupata dalle truppe Tedesche, sono state inaugurate molte strade, tra le quali numerose hanno preso nomi legati al regime.
Oltre a queste strade, per ragioni i propaganda anche altri nomi di strade già esistenti video il proprio nome mutare in toponimi più strettamente legati al fascismo.
Il 4 Giugno del 1944 gli Alleati entrarono a Roma, ponendo definitivamente fine al Fascismo nella Capitale.
Tra i numerosi cambiamenti che Roma affrontò, oltre a quelli di tipo politico-istituzionale ve ne furono, numerosi, anche dal punto di vista della toponomastica.
Subito intervenne in questo senso la riunione del Consiglio Comunale del 2 Febbraio 1945, la prima ad occuparsi di toponomastica dalla Liberazione di Roma, in cui in un ampio lavoro di definizione di numerosi confini stradali (molte strade in programma non furono completate a causa della guerra) e di assegnazioni di nomi a nuove strade, si decise anche di cambiare nome a tutte quelle che, in qualche modo, erano legame al caduto regime Fascista.
Un altro Consiglio Comunale in materia fu quello del 27 Dicembre 1945, in cui in qualche modo avvenne un passaggio successivo, con l'intitolazione di nuove strade disponibili ad alcuni eroi della Resistenza.
Ma andiamo a vedere nello specifico quali furono queste strade che dovettero cambiare nome.
Via dell'Impero, l'attuale Via dei Fori Imperiali. |
Intanto c'era Via dell'Impero, la strada fortemente voluta dal regime che da Piazza Venezia raggiungeva il Colosseo (dove prendeva il nome di Piazzale dei Trionfi), quindi il Circo Massimo e da lì costeggiava le Terme di Caracalla per raggiungere le Mura Aureliane. In quegli anni era ancora in costruzione il proseguimento, chiamato Via Imperiale, che avrebbe dovuto raggiungere il Quartiere dell'Esposizione, l'attuale Eur, e da lì il mare.
Il Consiglio Comunale decise di rinominarla in Via dei Fori Imperiali nel suo tratto da Piazza Venezia al Colosseo, dove prese il nome di Piazzale del Colosseo, quindi proseguire con Via di San Gregorio, per il tratto che fino al 1940 era noto come Via dei Trionfi, e Via delle Terme di Caracalla, prima parte della Via Imperiale. Nel Consiglio Comunale del Dicembre 1945, fu rinominato anche il primo tratto costruito fuori le mura da Via Imperiale in Via dei Navigatori, divenuta oggi Via Cristoforo Colombo.
Una colonna con targa toponomastica di Via dei Fori Imperiali, in cui si può facilmente vedere come il toponimo precedente sia stato rimosso. |
Dall'altro lato del Campidoglio si apriva la Via del Mare, che cambiò nome in Via del Teatro Marcello.
Ci furono poi da cambiare i nomi delle strade che circondano Palazzo Chigi e Palazzo di Monte Citorio, rispettivamente le sedi del Governo e della Camera dei Deputati che nel 1940 - probabilmente anche in vista dell'ingresso in guerra dell'Italia - vennero mutati dal regime e dedicati alle imprese belliche di Costanzo Ciano e Gabriele d'Annunzio nel corso della Prima Guerra Mondiale e che, nel 1945, si provvide a far tornare ai nomi precedenti.
Non tutti i nomi erano dunque strettamente legati al Fascismo ma principalmente alla Prima Guerra Mondiale, ma si preferì tornare ai nomi originari ed, eventualmente, risarcire con nuove strade i toponimi rimossi, anche per non mandare perduta la storica toponomastica di questa area.
Piazza Costanzo Ciano tornò dunque Piazza di Monte Citorio, mentre Piazza Gabriele d'Annunzio tornò Piazza del Parlamento, e d'Annunzio venne risarcito con l'istituzione di Viale Gabriele d'Annunzio al Pincio (in precedenza conosciuto come Viale del Pincio). Via Cortellazzo, dedicata ad uno dei principali luoghi della difesa Italiana lungo il Piave nella Prima Guerra Mondiale, tornò ad essere Via della Missione e a Cortellazzo fu assegnata una nuova Via nel 1952 nel Quartiere Della Vittoria. Via del Velichi, dedicata alla battaglia di Velichi (o Veliki), svoltasi nel 1916 e cui d'Annunzio prese parte personalmente come ufficiale di collegamento nei Lupi di Toscana, tornò ad essere Via della Missione e Via Dossofaiti, dedicata a un rilievo Carsico in cui si combatté la Prima Guerra Mondiale e cui anche qui d'Annunzio prese parte, tornò ad essere Via del Parlamento, e Dossofaiti fu ricordata nuovamente nel 1958 con il nome di Via Faiti nel Quartiere Della Vittoria. L'ultima strada di quest'area a vedere cambiato il suo nome fu Via della Farasina, dedicata al canale presso l'Isola di Cherso da cui Gabriele d'Annunzio, Costanzo Ciano e Luigi Rizzo passarono per compiere la Beffa di Buccari, che tornò ad essere Vicolo dello Sdrucciolo.
Ci fu anche un'area situata nella zona compresa tra il Quartiere Nomentano ed il Rione Castro Pretorio, le cui strade furono intitolate - talvolta modificando un toponimo preesistente - a esponenti di primo piano del Fascismo che erano morti. Viale Michele Bianchi, ad esempio, dedicata all'ex leader del Partito Nazionale Fascista (PNF), tornò ad essere Viale del Policlinico, e Viale Italo Balbo, dedicato al gerarca morto in Libia nel 1940, divenne Viale Pretoriano. Viale Alfredo Rocco, dedicata all'esponente Fascista autore del Codice Rocco - i codici di Diritto penale e di Diritto processuale redatti nel 1930 - invece, divenne Viale Ippocrate.
Nel Quartiere Pinciano si trovavano invece Viale dei Martiri Fascisti, che fu ribattezzata Viale Bruno Buozzi, in onore del sindacalista socialista ucciso nell'eccidio della Storta, mentre il limitrofo Piazzale dei Martiri Fascisti fu rinominato Piazza Don Minzoni, in onore del Sacerdote antifascista ucciso nel 1923. Via dei Legionari, anch'essa in quell'area, diventò invece Via Antonio Gramsci, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano (PCI) incarcerato durante il Fascismo.
C'erano poi, nel Quartiere Tiburtino, nei pressi della da poco costruita Città Universitaria della Sapienza, alcune vie dai nomi strettamente legati alla cultura universitaria di stampo fascista: Via Libro e Moschetto si trasformò dunque in Via Piero Gobetti, in onore del giornalista morto in seguito alle violenze subite da squadristi fascisti, mentre Via dei Battaglioni Universitari fu rinominata Via Cesare De Lollis, filologo che firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti voluto da Benedetto Croce.
Nel Quartiere Della Vittoria erano invece state istituite durante il Fascismo diverse vie dedicate a battaglie della Guerra di Spagna, che quindi cambiarono nome: Via Malaga diventò Via Pilo Albertelli, in onore del partigiano del Partito d'Azione morto alle Fosse Ardeatine, Via Santander diventò Via Fratelli Rosselli, in onore dei fratelli che contribuirono alla nascita del Partito d'Azione e uccisi mentre erano esuli in Francia, Via Bilbao diventò Via Gioacchino Gesmundo, in onore del partigiano comunista morto alle Fosse Ardeatine, Via Ebro cambiò nome in Via Eugenio Colorni, in onore del partigiano socialista ucciso da una squadra fascista, e Largo Gualadajara diventò Largo Don Giuseppe Morosini, in onore del Sacerdote antifascista morto a Forte Bravetta.
Il Consiglio Comunale intervenne poi sull'area del Foro Mussolini, il cui nome venne cambiato in Campo della Farnesina (oggi è conosciuto invece come Foro Italico). La via che da ovest dell'area saliva verso Monte Mario, conosciuta al tempo come Via del Collegio Littorio, divenne invece Via Edmondo De Amicis, risarcendo lo scrittore per la perdita di un largo, considerato un semplice tratto di Via San Filippo Neri e Via Teresa Gnoli, nel limitrofo Suburbio Della Vittoria.
Il Ponte Littorio, che collega il Quartiere Flaminio al Rione Prati ed al Quartiere Della Vittoria, cambiò nome in Ponte Giacomo Matteotti, in onore del Parlamentare socialista che proprio in questa zona abitava, come ricordato da una targa.
Nel Quartiere Ostiense, in occasione della visita di Adolf Hitler a Roma, il regime aveva provveduto ad istituire Piazzale Adolfo Hitler e Viale Adolfo Hitler, che vennero rispettivamente mutate in Piazzale dei Partigiani e Viale delle Cave Ardeatine, quest'ultimo in memoria dell'eccidio delle Fosse Ardeatine (ricordato da un grande Mausoleo sul luogo della strage). Al Giappone, alleato di Italia e Germania nella Seconda Guerra Mondiale, era invece stata dedicata una strada nel Quartiere Parioli, Via Giappone, che cambiò nome in Via Panama. Il Giappone fu successivamente risarcito ne 1959 con l'istituzione della Passeggiata del Giappone all'EUR.
Nel Quartiere Flaminio si trovava anche Piazza XXVIII Ottobre, data in cui avvenne la Marcia su Roma (1922), che prese il nome di Piazza della Marina. Via XXIII Marzo, invece, così chiamata per la data in cui nel 1919 Benito Mussolini, in Piazza San Sepolcro a Milano, fondò i Fasci di Combattimento, diventò Via Leonida Bissolati, in onore dello storico esponente socialista.
In occasione della costruzione del Ministero delle Colonie, attuale sede della FAO, il Viale Aventino era divenuto Viale Africa. Dopo la Liberazione di Roma, il nome tornò ad essere Viale Aventino e, nel 1953, il nome di Viale Africa fu assegnato a una strada dell'EUR.
Nel Quartiere Ostiense durante il Fascismo, quando si pensò di costruire a Sud della Garbatella la sede dell'Opera Nazionale Infanzia e Maternità (ONMI), fu realizzata una strada chiamata Via della Madre Italiana, che vide il proprio nome cambiare in Via Alessandra Macinghi Strozzi, in onore della nobildonna Fiorentina del XV Secolo. Le strade limitrofe, invece, erano dedicate alle madri di Italiani illustri, tra cui Via Rosa Maltoni Mussolini, madre di Benito Mussolini, che divenne Via Rosa Guarnieri Carducci, in onore della donna nata a Castel del Piano e morta a Roma nel 1943 quando, poco dopo l'Armistizio dell'8 Settembre, fu uccisa mentre tentava di opporsi all'arresto di un figlio. Non lontano da questa zona, tra Tor Marancia e Via Laurentina, era anche stato istituito, anche se solo formalmente, Viale delle Corporazioni.
Anche se non nei dintorni di Viale dei Martiri Fascisti, diverse strade di Roma erano dedicate a esponenti fascisti uccisi, come Piazza Franco Baldini, dedicata a un esponente fascista ucciso nel 1921 a Roma, riprese il suo precedente nome di Piazzale Tiburtino, mentre Piazza Duilio Guardabassi, dedicato a un militante fascista ucciso in un'imboscata a Trastevere nel 1923, tornò ad essere Via Goffredo Mameli. Via Giovanni Berta, dedicata al simpatizzante fascista ucciso a Firenze nel 1921, tornò ad essere invece Via dell'Arco del Monte, mentre Largo Armando Casalini, dedicata al deputato fascista ucciso nel 1924 a Roma da un carpentiere di simpatie comuniste al grido di "Vendetta per Matteotti", divenne Largo Cordero di Montezemolo, in onore del generale dell'Esercito Italiano, membro del Fronte Militare Clandestino, ucciso nella strage delle Fosse Ardeatine.
Ad altri "martiri Fascisti", ovvero i Fascisti morti in azioni violente per i quali esisteva quasi un culto durante il Fascismo - erano inoltre dedicate diverse strade della zona di Acilia: Via Carlo Grella, che divenne Via della Verbena, Via Mario Catena diventò Via della Salvia, Largo Manfredi Trombetta diventò Largo del Capelvenere, Via Raffaele Lulli diventò Via del Rosmarino e Via Angelo Scambelluri diventò Via delle Alghe.
La Borgata Costanzo Ciano, invece, cambiò il proprio nome in Borgata del Trullo.
Un caso lievemente differente fu quello di Piazzale Littoria, che nella delibera del 13 Luglio del 1945 tornò al nome di Piazzale Appio. La città di Littoria, fondata durante il Fascismo, dopo la Liberazione prese l'attuale nome di Latina. Non fu necessario per la città di Roma risarcire la città di Latina dal punto di vista toponomastico, dal momento che già esisteva Via Latina: l'antica strada che da Porta Latina raggiunge l'Appia.
In alcuni casi, soprattutto in casi di opere pubbliche in fase di realizzazione, ci volle più tempo per cambiare i nomi: è il caso del Ponte XXVIII Ottobre - data della Marcia su Roma - monumentale opera architettonica di Armando Brasini, che vide il proprio nome cambiato sono nel 1946 (link alla delibera) in Ponte di Tor di Quinto, per poi diventare Ponte Flaminio nel 1952 (link alla delibera)
Ci fu poi un'altra importante questione toponomastica. Una delibera del Governatorato di Roma del 19 Maggio 1944, infatti, aveva cambiato numerosi nomi di strade legati alla famiglia Reale, dal momento che dopo l'Armistizio dell'8 Settembre il Fascismo aveva completamente cambiato posizione verso il Re e tutta la famiglia Savoia.
Nel 1945, il Consiglio Comunale dovette intervenire anche su questi nomi, ma rinviò provvisoriamente la decisione, che verrà presa nel 1946, quando l'Italia Repubblicana decise di cancellare numerosi toponimi legati alla famiglia Savoia.
Viale del Re, che era divenuto nel 1944 Viale del Lavoro, prese quindi il nome di Viale Trastevere. Stesso discorso per Corso Umberto I che, divenuto Corso del Popolo, riprese il suo nome originale di Via del Corso. Viale Principe di Piemonte era diventato Viale della Costituente, e nel 1945 diventò Via Giovanni Giolitti, mentre Via di Villa Savoia era diventato Via Verbano, dalla vicina piazza per poi tornare al vecchio nome e diventare, nel 1946, Via di Villa Ada. Corso della Costituente fu invece il nome provvisorio di Corso Vittorio Emanuele, che però nel 1944 si decise chiarificare come Corso Vittorio Emanuele II, per evitare fraintendimenti con Vittorio Emanuele III, odiato dalla Repubblica di Salò. Via Regina Elena era diventata Via Barberini e si pensò di dedicarla a Giovanni Amendola, cosa che per un breve periodo fu fatta ma gli si preferì poi una strada all'Esquilino, lasciando il nome di Via Barberini all'altra strada.
Via Principessa di Piemonte fu trasformata in Via delle Terme, nome poi confermato e diventato Via delle Terme di Diocleziano, e Via Principessa Maria al Lido diventò Viale del Lido.
C'era poi il caso di Piazza Vittorio Emanuele III nella zona di San Vittorino, che diventò Piazza di San Vittorino.
Esistettero poi altre strade che, in maniera più o meno formale, cambiarono il proprio nome. Non siamo a conoscenza di un atto specifico, ma anche Via dei Greci, nel Rione Campo Marzio, ad esempio, nel 1943 (una foto lo dimostra) ebbe il nome di Via Tullio Giannotti, in onore del militare caduto nella Guerra di Spagna. A Tullio Giannotti è stata poi dedicata nel 1957 una strada nel Quartiere Trionfale in quanto Medaglia d'oro al valor militare.
Nel Quartiere Pinciano si trovavano invece Viale dei Martiri Fascisti, che fu ribattezzata Viale Bruno Buozzi, in onore del sindacalista socialista ucciso nell'eccidio della Storta, mentre il limitrofo Piazzale dei Martiri Fascisti fu rinominato Piazza Don Minzoni, in onore del Sacerdote antifascista ucciso nel 1923. Via dei Legionari, anch'essa in quell'area, diventò invece Via Antonio Gramsci, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano (PCI) incarcerato durante il Fascismo.
C'erano poi, nel Quartiere Tiburtino, nei pressi della da poco costruita Città Universitaria della Sapienza, alcune vie dai nomi strettamente legati alla cultura universitaria di stampo fascista: Via Libro e Moschetto si trasformò dunque in Via Piero Gobetti, in onore del giornalista morto in seguito alle violenze subite da squadristi fascisti, mentre Via dei Battaglioni Universitari fu rinominata Via Cesare De Lollis, filologo che firmò il Manifesto degli intellettuali antifascisti voluto da Benedetto Croce.
Nel Quartiere Della Vittoria erano invece state istituite durante il Fascismo diverse vie dedicate a battaglie della Guerra di Spagna, che quindi cambiarono nome: Via Malaga diventò Via Pilo Albertelli, in onore del partigiano del Partito d'Azione morto alle Fosse Ardeatine, Via Santander diventò Via Fratelli Rosselli, in onore dei fratelli che contribuirono alla nascita del Partito d'Azione e uccisi mentre erano esuli in Francia, Via Bilbao diventò Via Gioacchino Gesmundo, in onore del partigiano comunista morto alle Fosse Ardeatine, Via Ebro cambiò nome in Via Eugenio Colorni, in onore del partigiano socialista ucciso da una squadra fascista, e Largo Gualadajara diventò Largo Don Giuseppe Morosini, in onore del Sacerdote antifascista morto a Forte Bravetta.
Il Foro Mussolini, attuale Foro Italico. |
Il Consiglio Comunale intervenne poi sull'area del Foro Mussolini, il cui nome venne cambiato in Campo della Farnesina (oggi è conosciuto invece come Foro Italico). La via che da ovest dell'area saliva verso Monte Mario, conosciuta al tempo come Via del Collegio Littorio, divenne invece Via Edmondo De Amicis, risarcendo lo scrittore per la perdita di un largo, considerato un semplice tratto di Via San Filippo Neri e Via Teresa Gnoli, nel limitrofo Suburbio Della Vittoria.
Il Ponte Littorio, che collega il Quartiere Flaminio al Rione Prati ed al Quartiere Della Vittoria, cambiò nome in Ponte Giacomo Matteotti, in onore del Parlamentare socialista che proprio in questa zona abitava, come ricordato da una targa.
Viale Hitler segnato in una mappa del 1943. |
Piazza XXVIII Ottobre ed il Ponte del Littorio in una mappa degli anni '30. |
Nel Quartiere Flaminio si trovava anche Piazza XXVIII Ottobre, data in cui avvenne la Marcia su Roma (1922), che prese il nome di Piazza della Marina. Via XXIII Marzo, invece, così chiamata per la data in cui nel 1919 Benito Mussolini, in Piazza San Sepolcro a Milano, fondò i Fasci di Combattimento, diventò Via Leonida Bissolati, in onore dello storico esponente socialista.
L'ex Ministero delle Colonie, oggi sede della FAO, in una foto al tempo in cui Viale Aventino si chiamava Viale Africa. |
Nel Quartiere Ostiense durante il Fascismo, quando si pensò di costruire a Sud della Garbatella la sede dell'Opera Nazionale Infanzia e Maternità (ONMI), fu realizzata una strada chiamata Via della Madre Italiana, che vide il proprio nome cambiare in Via Alessandra Macinghi Strozzi, in onore della nobildonna Fiorentina del XV Secolo. Le strade limitrofe, invece, erano dedicate alle madri di Italiani illustri, tra cui Via Rosa Maltoni Mussolini, madre di Benito Mussolini, che divenne Via Rosa Guarnieri Carducci, in onore della donna nata a Castel del Piano e morta a Roma nel 1943 quando, poco dopo l'Armistizio dell'8 Settembre, fu uccisa mentre tentava di opporsi all'arresto di un figlio. Non lontano da questa zona, tra Tor Marancia e Via Laurentina, era anche stato istituito, anche se solo formalmente, Viale delle Corporazioni.
Anche se non nei dintorni di Viale dei Martiri Fascisti, diverse strade di Roma erano dedicate a esponenti fascisti uccisi, come Piazza Franco Baldini, dedicata a un esponente fascista ucciso nel 1921 a Roma, riprese il suo precedente nome di Piazzale Tiburtino, mentre Piazza Duilio Guardabassi, dedicato a un militante fascista ucciso in un'imboscata a Trastevere nel 1923, tornò ad essere Via Goffredo Mameli. Via Giovanni Berta, dedicata al simpatizzante fascista ucciso a Firenze nel 1921, tornò ad essere invece Via dell'Arco del Monte, mentre Largo Armando Casalini, dedicata al deputato fascista ucciso nel 1924 a Roma da un carpentiere di simpatie comuniste al grido di "Vendetta per Matteotti", divenne Largo Cordero di Montezemolo, in onore del generale dell'Esercito Italiano, membro del Fronte Militare Clandestino, ucciso nella strage delle Fosse Ardeatine.
Ad altri "martiri Fascisti", ovvero i Fascisti morti in azioni violente per i quali esisteva quasi un culto durante il Fascismo - erano inoltre dedicate diverse strade della zona di Acilia: Via Carlo Grella, che divenne Via della Verbena, Via Mario Catena diventò Via della Salvia, Largo Manfredi Trombetta diventò Largo del Capelvenere, Via Raffaele Lulli diventò Via del Rosmarino e Via Angelo Scambelluri diventò Via delle Alghe.
La Borgata Costanzo Ciano, invece, cambiò il proprio nome in Borgata del Trullo.
Un caso lievemente differente fu quello di Piazzale Littoria, che nella delibera del 13 Luglio del 1945 tornò al nome di Piazzale Appio. La città di Littoria, fondata durante il Fascismo, dopo la Liberazione prese l'attuale nome di Latina. Non fu necessario per la città di Roma risarcire la città di Latina dal punto di vista toponomastico, dal momento che già esisteva Via Latina: l'antica strada che da Porta Latina raggiunge l'Appia.
In alcuni casi, soprattutto in casi di opere pubbliche in fase di realizzazione, ci volle più tempo per cambiare i nomi: è il caso del Ponte XXVIII Ottobre - data della Marcia su Roma - monumentale opera architettonica di Armando Brasini, che vide il proprio nome cambiato sono nel 1946 (link alla delibera) in Ponte di Tor di Quinto, per poi diventare Ponte Flaminio nel 1952 (link alla delibera)
Ci fu poi un'altra importante questione toponomastica. Una delibera del Governatorato di Roma del 19 Maggio 1944, infatti, aveva cambiato numerosi nomi di strade legati alla famiglia Reale, dal momento che dopo l'Armistizio dell'8 Settembre il Fascismo aveva completamente cambiato posizione verso il Re e tutta la famiglia Savoia.
Nel 1945, il Consiglio Comunale dovette intervenire anche su questi nomi, ma rinviò provvisoriamente la decisione, che verrà presa nel 1946, quando l'Italia Repubblicana decise di cancellare numerosi toponimi legati alla famiglia Savoia.
Viale del Re, che era divenuto nel 1944 Viale del Lavoro, prese quindi il nome di Viale Trastevere. Stesso discorso per Corso Umberto I che, divenuto Corso del Popolo, riprese il suo nome originale di Via del Corso. Viale Principe di Piemonte era diventato Viale della Costituente, e nel 1945 diventò Via Giovanni Giolitti, mentre Via di Villa Savoia era diventato Via Verbano, dalla vicina piazza per poi tornare al vecchio nome e diventare, nel 1946, Via di Villa Ada. Corso della Costituente fu invece il nome provvisorio di Corso Vittorio Emanuele, che però nel 1944 si decise chiarificare come Corso Vittorio Emanuele II, per evitare fraintendimenti con Vittorio Emanuele III, odiato dalla Repubblica di Salò. Via Regina Elena era diventata Via Barberini e si pensò di dedicarla a Giovanni Amendola, cosa che per un breve periodo fu fatta ma gli si preferì poi una strada all'Esquilino, lasciando il nome di Via Barberini all'altra strada.
Via Principessa di Piemonte fu trasformata in Via delle Terme, nome poi confermato e diventato Via delle Terme di Diocleziano, e Via Principessa Maria al Lido diventò Viale del Lido.
C'era poi il caso di Piazza Vittorio Emanuele III nella zona di San Vittorino, che diventò Piazza di San Vittorino.
Via dei Trionfi - oggi Via di San Gregorio - in occasione della visita di Adolf Hitler a Roma nel 1938. |
mancano alcune strade...per esempio Via Re Boris..come si chiama adesso?
RispondiEliminaPrincipe Umberto, v. v. Amendola. Fino al 1938 tutta la tratta che oggi è costituita da via Amendola-via F. Turati-via Principe Umberto era via Principe Umberto; nel 1938 il tratto iniziale di via Principe Umberto, fino all'incrocio con via Gioberti, fu rinominato via Principessa Giovanna di Bulgaria, mentre il tratto successivo, fino all'incrocio con via Lamarmora, prese il nome di via Re Boris di Bulgaria, così che la via Principe Umberto si ridusse al tratto compreso tra via Lamarmora e viale Manzoni. Successivamente anche la tratta iniziale fu denominata via Re Boris di Bulgaria; nel 1948 prese le attuali denominazioni.
EliminaDa DONATELLA : Accanto a Palazzo Doria Panphilij, su via del Pebiscito, esisteva da sempre vivolo Doria. Dopo il rifiuto del Principe Fillippo Doria Pamphilij di offrire la sua fede matrimoniale alla patria, il nome del vicolo fu mutato in Vicolo della Fede. Dopo la guerra - non so quanto dopo - tornò a chiamarsi Vicolo Doria.
RispondiEliminaGrandioso lavoro, complimenti!
RispondiEliminaRoma rimane comunque generosa nei confronti di Milano, dove il fascismo iniziò (Piazza San Sepolcro) e finì (Piazzale Loreto, nemmeno tanto distante dalla prima), mantenendo una "Via Milano". A Milano, invece, "Corso Roma" ebbe il nome cambiato in "Corso di Porta Romana" e Milano restò così uno dei pochissimi comuni italiani a non avere una via, una piazza o almeno un vicolo con il nome "Roma".
Sto facendo un progetto per un esame universitario e vorrei sapere quando e perché Via Reale adesso si chiama Via Vittoria Colonna (Roma). Qualcuno saprebbe aiutarmi?
RispondiEliminaFrank bless
RispondiEliminaMolto utile e molto interessante, la ringrazio per la pubblicazione
RispondiEliminaInteressante il cambio di nome a Roma di via XXIII marzo in via Bissolati. Milano invece per l’importante arteria che collega il centro storico a Viale Forlanini ha mantenuto il nome conferito in era fascista di XXIII Marzo. Che stranezza !
RispondiEliminaSegnalo anche che ai Parioli nel 1945 fu cambiato il nome a via Gramsci ed a via Bruno Buozzi (già via dei Martiri Fascisti, mi pare di ricordare)
Ma soprattutto vorrei sapere qualche informazione su Viale Mazzini. Infatti l’attuale piazza Mazzini era denominata Piazza d’Armi. Possibile che durante il fascismo, quando fu costruita la via questa possa essere stata intitolata proprio a Giuseppe Mazzini? Tale importante figura del nostro Risorgimento era invisa ai Savoia per la sua assoluta fede repubblicana e quindi mi parrebbe molto strano che durante il regime fascista potesse essergli intitolata una strada di tanta importanza, sarebbe stato arrecare un’ offesa alla famiglia reale, allora in ottimi rapporti con Mussolini.
Si noti che la delibera comunale per collocare una statua di Giuseppe Mazzini a Roma (all’Aventino, di fronte al Circo Massimo) fu presa solo nel 1949, e l’inaugurazIone poi avvenne a metà degli anni ‘50.
Da nessuna parte sono però riuscito a trovare questa informazione sul precedente nome di viale Mazzini a Roma.
Attenzione, nella toponomastica milanese c'è Corso XXII marzo e non XXIII marzo.
EliminaIl 22 marzo a Milano è legato al ricordo della ribellione delle "Cinque Giornate" del 1848 contro gli austriaci, che nell'area di Porta Tosa (ribattezzata dopo l'Unità d'Italia "Porta Vittoria") conseguì il primo successo.
Mi devo correggere per il precedente commento. Ho rintracciato proprio stamattina una mappa di Roma del 1930 circa e in effetti il Viale si chiamava proprio Mazzini.
RispondiEliminaLa strada era un po’ più corta di adesso in quanto non esisteva Piazzale Clodio, e quindi terminava praticamente all’altezza dell’attuale Piazza Strozzi.
Da notare che a inizio 900 esisteva ancora Via Strozzi che, parallela a Viale Angelico, occupava parte della superficie proprio dell’attuale Piazzale Clodio, dell’attuale Circonvallazione Clodia e di via Durazzo, per andare poi a ricongiungersi a Viale Angelico nei pressi dell’attuale Piazzale M.llo Giardino