L'interno della Chiesa nel 1886 |
La Chiesa di San Bartolomeo de' Vaccinari sorgeva lungo l'omonima via, nel Rione Regola.
Le origini di questa Chiesa risalgono al Medioevo, e la prima menzione di cui abbiamo testimonianza è in una bolla di Papa Urbano III Crivelli del 1186, dove è citata col suo nome precedente, Santo Stefano de Cacabarii. La Chiesa era situata in quella che era detta contrada "del monte", per via del monte limitrofo, ancora esistente, dove erano situati la torre ed il palazzo della famiglia Cenci.
Il nome con cui fu generalmente nota questa Chiesa inizialmente era Santo Stefano de Arenula, anche se dal XVI secolo talvolta viene menzionata come Stanto Stefano de Silice, nome dovuto ai selci romani della strada su cui la Chiesa si trovava. Altro nome che prende sempre nel periodo rinascimentale è Santo Stefano de Vitctimariis, nome che deriva appunto dai vaccinari, che nel Rione Regola erano molto presenti.
E' proprio ala fine del XVI secolo che la Chiesa inizierà ad essere definitivamente chiamata Stanto Stefano alli Vaccinari.
La Chiesa di San Bartolomeo de' Vaccinari nella carta di Roma di Giovanni Battista Nolli (1748) |
L'interno della Chiesa, che subì due grandi restauri, uno nel 1723 ed un altro nel 1827, ospitava affreschi Cinquecenteschi del Pomarancio e Seicenteschi dello Zoboli.
Nel 1885, tuttavia, i lavori per costruire i lungoteveri e i muraglioni del Tevere portarono gli urbanisti a decidere di demolire questa Chiesa. L'altar maggiore fu trasferito, l'anno successivo, in una Chiesa di Assab, in Eritrea, all'epoca colonia italiana.
Oggi a Roma resta dedicata alla Chiesa la strada nella quale l'edificio sorgeva, chiamata, appunto, Via di San Bartolomeo de' Vaccinari.
La targa stradale di Via di San Bartolomeo de' Vaccinari |
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