Quartiere Portuense


Il Quartiere Portuense sorge lungo il primo tratto della Via Portuense, cui il Quartiere deve il suo nome. 
Questa antica via risale, nel suo attuale assetto, al I Secolo a.C. e collegava Roma con lo scalo marittimo di Porto, da cui il nome della strada.
Prima della Via Portuense, il tracciato che lungo la riva destra del Tevere conduceva al mare era già esistente, ed era detto Via Campana, e doveva, con tutta probabilità, il suo nome alle Sline di Ostia, dette Campus Salinarum. Per molto tempo, probabilmente, i nomi di Via Portuense e Via Campana furono sovrapposti.
Non mancano le testimonianze archeologiche in quest'area: qui era il grande complesso degli Arvali, i sacerdoti che nell'Antica Roma si dedicavano al culto della Dea Dia, così come erano le Catacombe di Santa Generosa, mentre un'altra parte del Quartiere, quella più vicina a Porta Portese, era occupata dagli Horti di Cesare. 
Lungo le sponde del Tevere era poi il Vicus Alexandrinus, ovvero l'area che rappresentava il centro dei lavoratori portuali e marittimi provenienti da Alessandria d'Egitto. Furono loro che qui costruirono la Chiesa di San Ciro, che oggi, per corruzione popolare, ha l'insolito e singolare nome di Santa Passera. Questa Chiesa rappresentò, per molti Secoli, il principale luogo del quartiere, che rimarrà a lungo adibito a campi ed orti.
Tra il 1714 ed il 1715 Papa Clemente XI fece costruire, limitrofo a Porta Portese ed al Porto di Ripa Grande, l'Arsenale Pontificio, che rimarrà in funzione  fino alla costruzione dei muraglioni del Tevere e che contribuirà, in continuità con il passato, a rendere l'area di questo quartiere legata al settore marittimo.
Tra il 1862 ed il 1863 Pio IX, per congiungere la ferrovia per Civitavecchia alla Stazione Termini, fa costruire il Ponte dell'Industria, che rimarrà un ponte ferroviario finchè, non 1911, con la costruzione della nuova Stazione Trastevere, questa linea sarà spostata sul nuovo Ponte San Paolo.
Sempre ad inizio Novecento, in pendant con lo sviluppo industriale del primo tratto dell'Ostiense, anche qui iniziano a sorgere i primi mulini e stabilimenti industriali, il Mulino Biondi, la SNIA Viscosa e il Granaio dell'Urbe. Questo porterà ad una certa urbanizzazione, che alla fine degli anni Venti caratterizzerà questo quartiere dalla forte connotazione operaia, fino a Piazzale della Radio.
Le strade di questa zona furono inizialmente dedicate a diverse Città Italiane, ma nel 1920 si decise di assegnare i loro nomi a grandi personaggi del mondo dell'industria e dell'artigianato d'Italia, stabilendo di raggruppare nell'area del Policlinico, nel Quartiere Nomentano, i nomi delle Città d'Italia.

Il Portuense nel 1943

Il grande sviluppo della zona avviene dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la costruzione nella piana di Pietra Papa del nuovo quartiere lungo Viale Marconi, che va a collegarsi al nuovo quartiere della Magliana Nuova, cambiano decisamente volto al Quartiere Portuense.
Oggi il Portuense è un quartiere che vede il proprio perno in Viale Marconi, zona ad altissima densità abitativa e con moltissimi negozi. Qui vicino, nell'area che un tempo fu industriale, si è sviluppata una forte attività culturale, ad esempio con il Teatro India e con la Città del Gusto, ed è stato costruito, ma non aperto se non temporaneamente e lasciato alla mercè di bruti, vandali e compagnia, il Ponte della Scienza, passaggio pedonale atto a collegare la zona con l'area dell'Ostiense.

Chiese:

Ponte Marconi
Ponte San Paolo
Ponte della Scienza

Porte:
Porta Portese



Palazzo Giorgioli



Nella Roma tra Ottocento e Novecento, il linguaggio architettonico più usato, ed abusato, fu senza dubbio il neo-cinquecentismo che si radicò soprattutto attraverso gli edifici di Gaetano Koch. Non mancarono però sperimentazioni che rifacendosi “all’antico”, sottilmente, si distaccavano da quel canone dominante, presupponendo un concetto di classicismo che lasciava ampi margini di operatività.
Un caso interessante e sicuramente molto noto ai romani è costituito dal grande casamento ad appartamenti, Palazzo Giorgioli, in via Cavour 96, angolo via di S. Maria Maggiore, nel Rione Monti, ristrutturato ex novo da Carlo Busiri Vici tra il 1883 e il 1888.


L'edificio apparteneva all’appaltatore edile Benedetto Giorgioli e necessitava di modificazioni in occasione dell’allungamento di via Cavour previsto dal piano regolatore del 1883.



Sul prospetto principale l’ispirazione archeologica venne conferita attraverso nove lunghe colonne corinzie che inquadrano le finestre del primo e del secondo piano; la facciata su via di S. Maria Maggiore, assai meno visibile, ebbe invece un minore intervento di “riqualificazione” e proprio a causa del carattere meno rappresentativo della strada venne evitata l’immissione di eccessive decorazioni. È però il virtuosismo della soluzione d’angolo, con l’innesto di due monumentali colonne corinzie quasi a tutto tondo, l’elemento che dona carattere all’intero casamento: si tratta infatti di una trovata che reinventa, con la mediazione di un classicismo tipicamente ottocentesco, il trattamento di una porzione architettonica che di solito a Roma veniva mantenuta liscia. 


Carlo Busiri Vici, professore all’Accademia di Belle Arti ed erede di una influente dinastia di architetti romani, sembra poi indulgere nella citazione classico-archeologica indicando in numeri romani l’anno di costruzione (ANNO DOMINI MDCCCLXXXVIII) e ponendo nel cornicione una frase tratta dal VI libro del De Architectura di Vitruvio: «DIVINA MENS CIVITATEM POPULI ROMANI EGREGIA TEMPERATAQUE REGIONE COLLOCAVIT UT ORBIS TERRARUM IMPERIO POTIRETUR».


Particolare del portone d'ingresso di palazzo Giorgioli


Il versante su Via di Santa Maria Maggiore risulta più spoglio di quello su Via Cavour

Quartiere Ostiense


Il Quartiere Ostiense sorge lungo il primo tratto della Via Ostiense, che collega Porta San Paolo ad Ostia. La Via Ostiense, in origine, partiva dalla Porta Trigemina nelle Mura Serviane, e raggiungeva Ostia.
Lungo questa Via, in Età Romana, sorgeva un cimitero, nel quale, secondo la tradizione, fu sepolto, dopo il martirio, San Paolo. Da quel momento il luogo fu meta di continui pellegrinaggi, e nel 324, sotto l'Imperatore Costantino e sotto Papa Silvestro I, vi fu costruita la prima Basilica di San Paolo. Nel IX Secolo Papa Giovanni VIII fortificò la zona della Basilica: questo insediamento sarà chiamato Giovannipoli, ed è ancora oggi ricordato da una strada della zona. 
Nel 1823 la Basilica fu colpita da un grave incendio, che la portò alla totale ricostruzione, che la porterà ad avere l'aspetto attuale.


La zona dell'odierno Quartiere Ostiense, al di fuori della Basilica di San Paolo, fu un'area principalmente campestre e rurale fino all'inizio del Novecento.
A partire dal 1907, e soprattutto sotto l'impulso del Piano Regolatore del Sanjust del 1909, e dell'amministrazione guidata da Ernesto Nathan, questa zona inizierà a prendere forma come un quartiere industriale: per questa ragione viene infatti inizialmente chiamata "Quartiere dei Gasisti e dei Conciatori", proprio per la presenza inizialmente di questo tipo di industrie. 

Il primo nucleo del Quartiere in una mappa IGM del 1907

Vennero quindi costruiti il nuovo Porto Fluviale, la Centrale Montemartini, il Gazometro ed i Mercati Generali.
Nel 1920, sui Colli di San Paolo, nacque la Borgata Giardino Garbatella, formata da case destinate agli occupati nelle industrie della Via Ostiense, secondo il modello della Città Giardino. Il quartiere è sorto inizialmente intorno a Via Guglielmotti, poi si è espanso negli anni Venti e Trenta con importanti edifici progettati da Innocenzo Sabbatini ed altri architetti.
Nel 1924 l'area di Porta San Paolo divenne il terminale della ferrovia Roma-Lido, inaugurata quell'anno, vi fu costruita infatti la Stazione di testa, mentre nel 1928 venne inaugurata l'Autostrada Roma Ostia, chiamata anche Via del Mare.

Mappa del Quartiere nel 1930

Negli anni a seguire la zona ha avuto ulteriore sviluppo urbano, oggi ancora in corso, soprattutto dopo l'abbandono delle industrie sull'Ostiense e dei Mercati Generali, che hanno portato ad interessanti opere di riconversione degli spazi come la nascita del Museo della Centrale Montemartini.
Alla fine degli anni Trenta il Quartiere venne lambito dalla nuova Via Imperiale, l'odierna Cristoforo Colombo, che ne costituisce il confine orientale, e fu l'asse di espansione dopo la guerra.

L'Ostiense nel 1943

Nel 1950 fu realizzato il Quartiere INA Casa Valco San Paolo, di De Renzi, Muratori, Paniconi e Pediconi. 
Oggi l'area vicino al Gazometro è un punto di riferimento della movida Romana, ricco di locali e luoghi di interesse. La Garbatella, ancora oggi luogo caratteristico e che ha saputo conservare il tessuto sociale storico, è di conseguenza un luogo dalla forte identità, e ricco di scorci ed esercizi commerciali caratteristici. Sorge poi nel quartiere l'Università "Roma Tre", il terzo polo universitario pubblico di Roma, che contribuisce alla frequentazione della zona da parte di giovani e studenti.

Archeologia industriale:
Centrale Montemartini
Gazometro Ostiense
Mercati Generali
Porto Fluviale


Depositi autoferrotranviari:
Ex Deposito ATAC San Paolo, Via Alessandro Severo

Fontane:

Fermate della Metropolitana:
Piramide (Metro B)
Garbatella (Metro B)
Basilica San Paolo (Metro B, Roma-Lido)
Marconi (Metro B)
Ostiense (FR1)
Porta San Paolo (Roma-Lido)

Musei:
Centrale Montemartini
Museo della Via Ostiense

Ponti:
Ponte dell'Industria
Ponte Settimia Spizzichino






Zone, località, toponimi: 

Quartiere Appio-Latino



Il Quartiere Appio-Latino sorge tra la Via Appia Antica e la Via Appia Nuova, ed ospita il primo tratto della Via Latina, ed è per queste ragioni che ha preso il nome, appunto, di Quartiere Appio-Latino.
Il fatto che ospiti dunque un intero versante della Via Appia Antica, ovvero la Regina Viarum, potrebbe rendere quasi superfluo dire che vi sono innumerevoli resti dell'Antica Roma in questo Quartiere. E' infatti nel Quartiere Appio-Latino che, formalmente, si trova il Mausoleo di Cecilia Metella, uno dei simboli dei sepolcri che un tempo costeggiavano l'Appia Antica, così le Catacombe di Pretestato sono un simbolo di come la Via ebbe una grande importanza nelle Comunità Cristiane dei primi Secoli.
La Via Appia Antica aveva origine da Porta Capena, porta delle Mura Serviane situata tra Celio, Palatino ed Aventino, da lì proseguiva fino all'attuale Porta San Sebastiano, raggiungeva quindi Ariccia, il Foro Appio, Anxur (Terracina), Fondi, Itri, Formia, Minturno, Sinuessa (Mondragone) e quindi Capua, da cui poi proseguiva fino a Brindisi.
Non è però questo l'unico luogo di rilievo del Quartiere Appio-Latino: veniamo all'area subito fuori porta Metronia. Porta Metronia, nelle Mura Aureliane, aveva una funzione di posterula, ovvero una porta di minore importanza, più per funzioni di minore utilità che ingresso trionfale a Roma.

L'area del Quartiere Appio-Latino prima dell'urbanizzazione

Fuori da Porta Metronia vi furono principalmente campi, finchè, nel 1910, il Sindaco di Roma Ernesto Nathan fece costruire, a seguito degli sventramenti dell'epoca, la Borgata Metronia, una delle borgate provvisorie, insieme a quella lungo la Via Castrense e quella lungo Via della Ferratella, oggi Via dell'Amba Aradam, per accogliere gli sfollati. 

Il PRG del 1908

Il PRG del 1908 pianificò l'espansione del quartiere, con la progettazione dei maggiori assi viari: Via Magna Grecia, Via Gallia e Piazza Tuscolo, Via Britannia e Via Etruria.
La borgata Metronia rimase intatta fino al 1936-1937, anni in cui i residenti furono mandati nella nuova borgata di Pietralata ed in cui l'Appio Latino stava divenendo un quartiere residenziale.

Una vecchia foto di Via Magna Grecia. Nel luogo dove sorgeva il palazzo del Cinema "Massimo" oggi si trovano i grandi magazzini Coin.

Furono infatti, in quegli anni, costruiti molti villini in questa zona, soprattutto in Via Gallia e Via Latina, mentre da alcuni anni sorgevano, verso l'attuale Via Veio, gli studi cinematografici della Cines, che nel 1935 andarono a fuoco. Sempre nel quartiere, vicino al Ponte della Ranocchia, esistevano anche altri studi cinematografici, come quelli della Caesar Film.
In questa zona sorgevano molte osterie di campagna, prima che arrivasse la speculazione edilizia: vi era quella delle Cave, e quella dei Cessati Spiriti, vicino alla quale fu più avanti costruita la Fonderia Bruni.

Il Quartiere nel 1930

Nell'area sorsero importanti complessi popolari, come il magnifico Complesso ICP Appio I in Piazza Tuscolo, di Camillo Palmerini ed altri edifici pregevoli, come il Palazzo della Tirrenia di Via Sannio.
Con il passare dei decenni, l'urbanizzazione e la speculazione edilizia hanno reso quest'area a densità abitativa sempre maggiore.
Oggi il Quartiere Appio-Latino si presenta diviso in due parti: quella lungo l'Appia Antica, parte del Parco Regionale dell'Appia Antica, è una vasta distesa verde, ricchissima di resti archeologici e collegato così al suggestivo Parco della Caffarella, ed un altra parte, quella che Porta Metronia arriva a Largo dei Colli Albani, a densità abitativa molto alta, completamente urbanizzata,ed estremamente simile ed in continuità con il Quartiere Tuscolano.

Architetture civili:

Catacombe:
Catacombe di Pretestato
Catacombe dei Santi Gordiano ed Epimaco

Chiese:
Sant'Antonio da Padova a Circonvallazione Appia
Santa Caterina da Siena
Domine Quo Vadis
San Giovanni Battista De Rossi
San Giuda Taddeo ai Cessati Spiriti
San Martino I Papa
Natività di Nostro Signore Gesù Cristo
Santissimo Nome di Maria
Ognissanti
Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo 

Palazzi:
Palazzo della Compagnia Tirrenia, Via Sannio

Siti Archeologici:
Mausoleo di Cecilia Metella
Ninfeo di Egeria
Porta Metronia
Antico tratto della Via Latina



Strade scomparse:

Parchi:
Parco Archeologico dell'Appia Antica
Parco della Caffarella

Ville:
Villa Lazzaroni

Quartiere Tuscolano


Il Quartiere Tuscolano sorge lungo il primo tratto della Via Tuscolana, dalla quale prende il nome, esattamente tra la Via Casilina e la Via Appia Nuova. 
All'epoca dell'Antica Roma, in quest'area, sorsero numerosi colombari, come quello di Via Pescara, ad esempio. Sempre in questa zona è esistito, addossato alle Mura Aureliane, il Circo Variano, del quale, nel 1570, presso l'attuale Via Nuoro, fu ritrovato un obelisco ad esso appartenente. 
Nell'area detta dell'Arco di Travertino, invece, sorgono numerose tombe di età Romana. Ma tra i resti di età Romana, in quest'area, giocano un ruolo fondamentale gli Acquedotti, la cui Storia si è rinnovata nei Secoli: essi sono ad esempio ben visibili a Porta Furba, toponimo che deriva, appunto, dalla corruzzione del Latino forma, ovvero acquedotto. Questa porta nacque nel 1585 quando Papa Sisto V, nel costruire l'Acquedotto Felice, decise di costruire questo arco nel punto in cui il nuovo Acquedotto attraversava la Via Tuscolana. Nel 1733, Papa Clemente XIII vi aggiunse una fontana monumentale.

La Via Tuscolana in una foto d'epoca. Sullo sfondo è ben visibile Porta Furba, sulla destra le rotaie del Tram che dalla Stazione Termini raggiungeva i Castelli Romani.

I primi edifici ad essere costruiti, nel 1888, furono quelli lungo l'Appia Nuova, i due palazzi Ronchetti Stradella e palazzo Bonitatibus.
Il PRG del 1908 previde l'urbanizzazione attorno alle nuove Piazza Re di Roma e Piazza di Villa Fiorelli, connesse dalle vie Taranto, Terni e La Spezia.
Nel 1911 iniziò la costruzione del Quartiere dei Tranvieri, lungo Via la Spezia, terminato nel 1914.

Il Tuscolano nel PRG del 1908

Questo tratto di quartiere venne costruito negli anni Venti, con villini di cooperative, e negli anni Trenta a grandi edifici intensivi.
Oltre la ferroviaria le zone di espansione investirono i terreni di Villa Lais, dove i Salesiani costruirono la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice.

Il Quartiere Tuscolano nel 1930

Già allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, questa zona era ormai quasi completamente in costruzione. Ma l'ulteriore sviluppo immobiliare del quartiere avvenne quando, nel 1949, fu istituito l'ente INA-Casa, che costruì proprio nel Quartiere Tuscolano uno dei cosiddetti "quartieri INA-Casa".

La discesa della Via Tuscolana all'altezza del Quadraro intorno al 1960

Oggi il Tuscolano è un quartiere dall'alta densità abitativa, ricco di servizi. La parte meno caotica è probabilmente il Quadraro, zona caratteristica nella quale, negli ultimi anni, molti artisti di street art hanno svolto i propri lavori.

Architetture Civili:
Palazzo Bonitatibus

Chiese:

Chiese di altre Confessioni:
Chiesa Cristiana Evangelica Cinese


Monumenti e siti archeologici:
Acquedotto Claudio
Acquedotto Felice
Acquedotto Marcio
Colombario di Via Pescara
Porta Furba

Strade:

Strade scomparse:

Teatri:
Teatro De Rossi 
Teatro Duse
Teatro Furio Camillo
Teatro Golden
Teatro Kopò 
Teatro Roma 
Teatro di Villa Lazzaroni

Zone, località e altri toponimi:
Borghetto degli Angeli
Cecafumo
Quadraro
Tor Pignattara