Il Quartiere Pinciano sorge tra la Via Flaminia e la Via Salaria, nel primo tratto delle due arterie, ed è in parte occupato da Villa Borghese.
Deve il suo nome alla Porta Pinciana e alla Via Pinciana, che dalle Mura Aureliane costeggia Villa Borghese, anche se, nel 1911 era nato con il nome di Quartiere Vittorio Emanuele III, ed i Romani già lo chiamavano Quartiere dei Fiumi, per via della toponomastica di alcune strade, dedicate per l'appunto a fiumi Italiani.
L'area settentrionale del Quartiere, invece, quasi sconfina nei Monti Parioli: una buona parte di esso, infatti, è nella toponomastica comune dei Romani parte dei Parioli, per quanto formalmente sia Quartiere Pinciano.
Il Quartiere è da sempre stato occupato da vigne e ville, a Villa Borghese e Villa Giulia, le più antiche, si aggiunsero presto Villa Sacchetti, Villa Balestra, Villa Pallavicini e Villa Caetani.
La prima lottizzazione del quartiere iniziò con la creazione di Via Po, nel 1907, costruita a villini signorili, tra cui i più importanti erano Villa Mascagni e Villa Cavaglieri, mentre rimane ancora oggi, fortunatamente, Villa Marignoli.
Il quartiere Pinciano nel 1911 |
L'edificazione dell'area dei Monti Parioli cominciò invece dopo il 1908, il PRG lo destinava a ville signorili, le prime ad essere costruite furono quelle nell'attuale Via Carlo Dolci, nella lottizzazione Fossati, Villa Titta Ruffo, Villa Bazzani, Villa Serena e Villa Castellani. Nei terreni di Villa Balestra fu realizzata invece Villa Carrega di Lucedio.
Nel 1911 vennero realizzati, per l'Esposizione Universale, il Viale delle Belle Arti, che conduceva al Giardino Zoologico e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, nonchè all'Esposizione Internazionale di Vigna Cartoni. Da quel momento nella zona sorsero varie Accademie Straniere, la prima delle quali fu l'Accademia Britannica.
Veduta dall'area dell'Esposizione di Belle Arti verso i Parioli nel 1915, da sinistra: Villa Giulia, Villa Carrega di Lucedio, Villa Balestra e Villa Titta Ruffo |
A partire dal 1912 l'ingegner Adolfo Sebastiani cominciò la lottizzazione sui terreni di Via Paisilello a villini, che prese il nome di Quartiere Sebastiani, detto anche Quartiere dei Musicisti, a causa delle vie dedicate a celebri compositori. A Nord, verso Viale Liegi, si aprì Piazza Verdi, occupata dal grande edificio dell'Istituto Poligrafico della Zecca di Stato.
Negli anni Venti iniziarono ad essere costruite alcune aree a villini, come quelli della Cooperativa del Bono, in Via Mercati, inoltre alcuni antichi casali furono restaurati da importanti architetti come Carlo Busiri Vici, che ristrutturò Villa Taverna, Villa Elia e Villa Pisa, mentre Tullio Passarelli si occupò di Villa Tre Orologi, e progettò anche Villa Caetani Grenier. Guido Fiorini invece costruì la grande Villa Centurini in Via Rubens.
Successivamente in Via Francesco Siacci furono edificate le case della Cooperativa del Ministero del Tesoro, della cooperativa Mutilati e Invalidi, mentre in Via delle Tre Madonne quelle della Cooperativa Esteri. Su Via Bertoloni e Via Barnaba Oriani comparvero villini e palazzine di lusso.
Il Pinciano in una mappa del 1930 |
Con gli anni Trenta iniziarono ad essere costruite prevalentemente palazzine, venne anche tracciata Viale dei Martiri Fascisti, oggi Viale Bruno Buozzi, che da Piazza Pitagora conduce a Viale delle Belle Arti. L'unica villa di questo periodo è Villa Marziale, in Via Barnaba Oriani.
Durante gli anni Quaranta e Cinquanta il tessuto edilizio venne saldato completamente con palazzine, tra cui la più famosa è la Palazzina Girasole di Luigi Moretti.
Negli anni Sessanta molti villini e ville furono abbattuti per costruire delle palazzine, le perdite maggiori sono avvenute nelle aree di Via Po, Via Linneo e Via Bertoloni.
Accademie e istituti culturali:
Fontane:
Musei:
Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Museo Pietro Canonica
Museo Nazionale di Villa Giulia
Palazzine:
Palazzina Girasole, Viale Bruno Buozzi
Musei:
Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Museo Pietro Canonica
Museo Nazionale di Villa Giulia
Palazzine:
Palazzina Girasole, Viale Bruno Buozzi
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