Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo: 1918 - Cronologia

1918
 
 Per l'indice della cronologia del periodo tra la Prima Guerra Mondiale e il Fascismo a Roma, clicca qui.

Novembre

4 - Entra in vigore l'Armistizio di Villa Giusti, firmato nell'omonima villa di Padova il giorno precedente. L'Impero Austro-Ungarico firma così la resa all'Italia, che vince la guerra contro quello che era già stato il suo nemico nelle tre Guerre d'Indipendenza.

13 - Il Re Vittorio Emanuele III fa ritorno a Roma.

Dicembre
 
10 - Dalle pagine di Roma Futurista, Mario Carli lancia l'idea di costituire una associazione degli Arditi composta dai reduci degli omonimi gruppi d'assalto protagonisti nel corso della Grande Guerra.

29 - Il Partito Socialista convoca a Roma il convegno delle organizzazioni politiche e sindacali.

Roma dalla Prima Guerra Mondiale al Fascismo - Cronologia

A seguire una cronologia degli eventi più salienti avvenuti a Roma nel periodo tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'avvento e la piena presa di potere da parte del Fascismo. Il periodo preso in esame va dalla conclusione della Grande Guerra al discorso di Benito Mussolini alla Camera dei Deputati del 3 Gennaio 1925 ritenuto l'inizio dell'avvento della dittatura Fascista, con la rivendicazione dell'uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti a oltre due anni dalla Marcia su Roma.
Si trattò di anni cruciali per la storia italiana, caratterizzati da forti divisioni sociali e politiche, violenze, caratterizzate dal ritorno alla vita civile di centinaia di migliaia di reduci della Grande Guerra, di una partecipazione al voto e alla vita pubblica resa più ampia dal suffragio universale maschile, del Biennio Rosso che in Italia si manifestò con scioperi e scontri di piazza e con l'aumento dei consensi del Partito Socialista Italiano, del fermento di una rivoluzione in Italia come quella avvenuta in Russia, della scissione di Livorno che dette vita al Partito Comunista d'Italia, della reazione di parte del mondo industriale e imprenditoriale che decise di offrire graduale e crescente sostegno al nascente movimento dei Fasci di Combattimento, fondato nel 1919 e che sarebbe divenuto poi il Partito Nazionale Fascista. Sono gli anni della frustrazione della "Vittoria mutilata" e dell'Impresa di Fiume di Gabriele d'Annunzio, gli anni degli Arditi del Popolo nati per rispondere alle violenze squadriste dei Fascisti, gli anni della Marcia su Roma che portò Mussolini e i Fascisti al potere: un periodo forse molto breve ma fondamentale per la storia italiana e che vede Roma molte volte protagonista.
 
La cronologia è stata divisa per anni (il 1925, essendo considerato solo fino al 3 Gennaio, è stato unito al 1924):
 
1918
1919
1920
1921
1922
1923
1924-1925

Ville della Zona Urbanistica Parioli

Villa Elia, in Via San Valentino

Le targhe della Zona Urbanistica Trieste

A seguire un elenco delle targhe commemorative comprese nella Zona Urbanistica Trieste:
 
Piazza Ledro

Placa conmemorativa del Seibo donada por Argentina a Italia

 
La placa en cuestión, situada en la Passeggiata del Gianicolo, en el barrio de Trastevere, recuerda que el Seibo (considerada la flor nacional de Argentina) aquí presente fue donado por la República Argentina a la República Italiana para celebrar el 150 aniversario de la Unificación. de Italia.
La placa fue colocada aquí el 4 de octubre de 2011.

Elezioni Politiche del 1919 a Roma

Elezioni Politiche 1919 mappa

Il 16 Novembre 1919 gli Italiani furono chiamati a votare per eleggere i 508 membri della Camera dei Deputati. Furono elezioni molto importanti, perché le Prime dopo la Prima Guerra Mondiale e svolte in piena apertura del periodo noto come Biennio Rosso, perfettamente inserite in quel lasso di tempo breve ma particolarmente importante posto tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l'inizio del Fascismo. Furono inoltre le prime elezioni in cui si votò con un sistema elettorale proporzionale e le seconde che videro il suffragio universale maschile tra maggiorenni (all'epoca la maggiore età iniziava a 21 anni), cui vennero aggiunti i minori che avevano combattuto la guerra (è bene ricordare che dopo la rotta di Caporetto l'Italia chiamò alle armi i Ragazzi del '99, che in seguito a quella battaglia del 1917 avevano 18 anni, qualcuno nemmeno compiuti). Furono inoltre le prime elezioni che videro una partecipazione diretta del mondo Cattolico che non aveva più singoli referenti nel mondo della maggioranza liberale ma un partito di riferimento, il Partito Popolare Italiano fondato nel Gennaio 1919 da Don Luigi Sturzo. Questa situazione portò a risultati ben differenti da quelli precedenti al conflitto, che fino a quel momento avevano visto un netto predominio delle maggioranze liberali, spesso gestite con grande esperienza da Giovanni Giolitti. Poco prima del voto, inoltre, aveva tenuto banco il dibattito sull'inadeguatezza dei territori ottenuti dall'Italia in seguito alla guerra, cui non era stata riconosciuta nella conferenza di Pace tenuta a Parigi la sovranità sulla Dalmazia e che cercava di ottenere Fiume, dando luogo alla locuzione, coniata da d'Annunzio, di "Vittoria mutilata". Lo stesso d'Annunzio a settembre era entrato nella città sulla costa adriatica, in quella nota come Impresa di Fiume.
Al momento del voto il Presidente del Consiglio era Francesco Saverio Nitti, sostenuto da una variegata maggioranza composta da liberali, radicali, popolari e socialisti riformisti, che sarebbe rimasto in carica anche dopo il voto.
A livello nazionale, il Partito Socialista Italiano ottenne oltre il 32% dei voti divenendo il partito più votato, seguito dal Partito Popolare al 20,5 e le liste di liberali, radicali e democratici di poco sotto al 16. Si presentarono in tutto oltre 200 liste, molte delle quali raggruppate in alcuni schieramenti più ampi e che, anche se alleate, potevano essere presenti nella stessa circoscrizione. Furono in tutto 12 gli schieramenti, che potevano andare da un'unica denominazione (come nel caso dei Socialisti, dei Popolari e dei Repubblicani) fino a raggruppamenti più complessi. Solo Socialisti e Popolari furono presenti in tutte e 51 le circoscrizioni.
Le elezioni rappresentarono la prima prestazione elettorale dei Fasci Italiani di Combattimento, formazione appena fondata da Benito Mussolini, che prese parte con la propria lista nella formazione del Partito dei Combattenti. La formazione fu presente esclusivamente nella Circoscrizione di Milano, ottenendo appena 4.657 voti pari allo 0,08%, una prestazione che deluse profondamente le loro aspettative e non portò ad alcun eletto, nemmeno lo stesso Mussolini. A sostenere la lista dei Fasci c'era anche il Partito Politico Futurista di Filippo Tommaso Marinetti.
Nel Collegio di Roma (il cui territorio corrispondeva ai confini dell'epoca della Provincia di Roma, ovvero l'odierna provincia, quella di Viterbo e parte delle attuali Provincie di Latina e Frosinone) furono presenti in tutto cinque schieramenti, e anche a Roma, seppur con un risultato diverso da quello nazionale, emersero le stesse istanze che si possono rilevare nei risultati elettorali del resto d'Italia: i Popolari divenuti riferimento dell'elettorato Cattolico, i Socialisti che catalizzano il voto delle classi sociali più basse divenuto un blocco sociale ed elettorale, le istanze dei reduci della Prima Guerra Mondiale tornati dal fronte alla loro vita quotidiana, segnati, talvolta rimasti invalidi di guerra, talvolta privati di un adeguato riconoscimenti e frustrati dalla cosiddetta "vittoria mutilata".
A Roma il primo partito fu il Partito Popolare Italiano con oltre il 26% dei consensi, seguito a stretto giro dai socialisti e i liberali, entrambi sopra il 24%. A seguire i risultati completi nel Collegio di Roma:

Partito Popolare Italiano                                  26,22%
Partito Socialista Ufficiale                               24,67%
Liberale Democratico                                      24,49%
Liberale Nazionalista                                       12,66%
Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti  11,95%

A seguire, gli eletti dei diversi partiti:

Partito Popolare Italiano, 4 eletti:
Egilberto Martire
Francesco Boncompagni Ludovisi
Filippo Meda
Amanto Di Fausto

Partito Socialista Ufficiale, 4 eletti:
Giulio Volpi
Giuvanni Monici
Alceste Della Seta
Domenico Marzi

Liberale Democratico, 4 eletti:
Alfredo Baccelli
Vincenzo Carboni
Giorgio Guglielmi
Raffaele Zegretti

Liberale Nazionalista, 2 eletti:
Luigi Federzoni
Gioacchino Mecheri

Fascio Repubblicano-Socialista-Combattenti, 1 eletto:
Attilio Susi

Piazza Pia

Piazza Pia rifatta lavori
L'area di Piazza Pia e Largo Giovanni XXIII dopo la fine dei lavori per il Giubileo del 2025

Piazza Pia è una strada del Rione Borgo, adiacente al Largo Giovanni XXIII, alla confluenza di Borgo Sant'Angelo e delimitata dal Passetto di Borgo che unisce il Palazzo Vaticano a Castel Sant'Angelo. Tuttavia, spesso erroneamente, soprattutto dopo i recenti lavori per il Giubileo del 2025 che hanno totalmente ridisegnato l'area, con Piazza Pia viene definita anche la parte di Largo Giovanni XXIII all'imbocco di Via della Conciliazione, forse anche perché storicamente quella parte del largo aceva parte dell'originaria Piazza Pia, come ora vedremo.
L'origine di questa piazza risale al 1852, quando il Papa Beato Pio IX Mastai Ferretti (1846-1878) volle realizzare una nuova piazza e ridefinirne l'immagine architettonica all'imbocco della Spina dei Borghi da Castel Sant'Angelo con lavori che proseguiranno fino al 1861, affidando gran parte del progetto all'architetto Luigi Poletti.
Spina Borghi Piazza Pia Carta Nolli 1748
L'area in cui sarebbe sorta Piazza Pia come si presentava nella mappa di Roma di Giovanni Battista Nolli del 1748

L'area in questione era stata oggetto di attenzioni durante l'occupazione di Roma da parte della Francia Napoleonica, che aveva progettato grandi interventi urbanistici per la città realizzandole solamente in piccola parte. Tra queste, era stata prevista anche la demolizione della Spina dei Borghi, al fine di realizzare una grande strada che collegasse Castel Sant'Angelo a San Pietro, ma tuttavia tale progetto non venne realizzato, con un'attuazione minimale dei lavori ridotta, secondo varie fonti, alla demolizione di un solo edificio non lontano da Castel Sant'Angelo. In ogni caso, questo portò all'attenzione della situazione urbanistica dell'area, in modo particolare del passaggio tra il Ponte Sant'Angelo e l'imbocco della Spina dei Borghi.
Piazza Pia Poletti
Piazza Pia come si presentava prima della realizzazione di Via della Conciliazione

Nel 1849, nel periodo della Repubblica Romana, venne demolito un edificio proprio all'imbocco della Spina dei Borghi. L'anno successivo - quando il potere era tornato nelle mani dello Stato Pontificio - si decise di riempire il vuoto con la costruzione di Palazzo Sauve, caratterizzato dal singolare prospetto estremamente fino che va a insinuarsi nel poco spazio: questo nuovo edificio dette di fatto il via alla riorganizzazione dell'area. Negli anni successivi, il Beato Pio IX fece realizzare sulla facciata del palazzo una fontana, la Fontana dei Delfini, e dette a Luigi Poletti l'incarico di ripensare la piazza: l'architetto, dunque, demolì alcuni edifici in modo da allineare i prospetti a Palazzo Sauve, e penso per questi due facciate in stile tardo neoclassico, simili a quelle che pochi anni dopo l'architetto Sarti avrebbe realizzato per la Manifattura dei Tabacchi nel neonato Quartiere Mastai, altro intervento voluto dal Beato Pio IX. Per completare l'opera, nel 1860 venne demolita la parte del Bastione di Santo Spirito di Castel Sant'Angelo rimasta isolata a sud della strada che collegava Ponte Sant'Angelo alla Spina dei Borghi (ben visibile nella mappa del Nolli), sgomberando lo spazio per una nuova piazza, e nel 1861 il Beato Pio IX inaugurò la nuova Scuola dei Fanciulli nell'edificio sul lato nord della piazza confinante con la Caserma Serristori. Nacque così la nuova piazza che faceva da ingresso alla Spina dei Borghi andando verso San Pietro e che, dal nome del Papa che la aveva realizzata, prese il nome di Piazza Pia.
Piazza Pia mappa censo 1866
Piazza Pia nella mappa della Direzione Generale del Censo

 
Nel 1869, in occasione dell'apertura del Concilio Vaticano I voluto dal Papa Beato Pio IX, proprio in Piazza Pia venne realizzato un apparato effimero composto da alcuni archi posticci che collegavano il Palazzo Sauve ai due edifici neoclassici adiacenti.
 
Archi effimeri Concilio Vaticano I Piazza Pia
Gli archi effimeri realizzati per il Concilio Vaticano I

Con l'annessione di Roma al neonato Regno d'Italia, molti toponimi vennero cambiati, soprattutto a danno di riferimenti alla Chiesa (si noti ad esempio la delibera del 1871). Piazza Pia, che doveva il proprio nome a un Papa che si era opposto all'opera di unificazione dei Savoia e di Cavour, fu seriamente a rischio di cambio di nome: in alcune mappe la vediamo indicata con tra parentesi il nome di "Piazza del Plebiscito", come se fosse pronta a un cambio di nome. La modifica, tuttavia, non ebbe mai luogo e la piazza continuò a mantenere il nome di Piazza Pia.
 
Piazza Pia Piazza Plebiscito 1880
Piazza Pia, indicata come Piazza del Plebiscito nella mappa di Roma di Luigi Ronchetti del 1880

Già dopo l'Unità d'Italia, tuttavia, presero piede nel centro di Roma le politiche urbanistiche degli sventramenti e dei diradamenti, e la zona del Rione Borgo venne particolarmente interessata da progetti del genere soprattutto riguardo la Spina dei Borghi, da secoli oggetto di progetti urbanistici. La piazza, trovandosi a ridosso del Tevere, era stata alterata nella parte sud per la realizzazione dei muraglioni lungo il Tevere e dei Lungotevere, dove fu demolito il Braccio Nuovo del limitrofo Arcispedale di Santo Spirito in Sassia. Successivamente, nel 1927 venne demolito l'edificio della Scuola del Fanciullo per favorire la mobilità nella zona, estendendo così l'area di Piazza Pia fino al Passetto di Borgo.
Il grande cambiamento, tuttavia, arrivò con la decisione di demolizione della Spina dei Borghi per realizzare Via della Conciliazione: questo per Piazza Pia comportò la demolizione degli edifici del Poletti e del Palazzo Sauve (la Fontana dei Delfini venne smontata e trasferita in Vaticano). In questo modo, Piazza Pia divenne la porta d'accesso della nuova Via della Conciliazione per chi da Castel Sant'Angelo imboccava la nuova arteria per recarsi a San Pietro. I lavori per la nuova strada ebbero inizio nel 1936 e durarono fino al Giubileo del 1950.
La rinnovata Piazza Pia vide dunque la nuova Via della Conciliazione incorniciata da due nuovi edifici: due palazzi dai prospetti simmetrici all'imbocco della nuova strada, il Palazzo dell'Azione Cattolica (a sinistra) e il Palazzo Pio (a destra), entrambi adornati di fontane. Il più grande tra i due, quello sulla destra, è il Palazzo San Pio X, colloquialmente noto come Palazzo Pio, realizzato tra il 1948 e il 1950 da Marcello Piacentini e Giorgio Calza Bini. Oltre alla parte simmetrica rispetto al lato sinistra, esso ha un prospetto molto esteso sul lato di Piazza Pia e vede la facciata principale su Via della Conciliazione. Si tratta di una proprietà extraterritoriale della Santa Sede e ospita numerose istituzioni legate al Vaticano e l'Auditorium Conciliazione. Di fronte, sempre con facciata su Via della Conciliazione e prospetto laterale ridotto sulla parte di Piazza Pia che oggi fa parte di Largo Giovanni XXIII, il Palazzo dell'Azione Cattolica è anch'esso opera di Piacentini e Calza Bini e ingloba sul lato meridionale la Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo.
Nel 1962, il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Cateriniane fece erigere una statua dedicata a Santa Caterina da Siena proprio in Piazza Pia, nella parte che oggi fa parte del Largo Giovanni XXIII.
Nel 1983 il Comune di Roma decise di dedicare al Papa San Giovanni XXIII Roncalli (1958-1963) una strada, scegliendo di dedicargli la parte di Piazza Pia a sud di Via della Conciliazione, che divenne da quel momento Largo Giovanni XXIII. Dal 2013 Giovanni XXIII è venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica, ma il nome del largo è rimasto invariato.
Nel 2017, un autobus notturno ebbe un incidente e si schiantò sulla fontana di Piazza Pia, rimanendo contuso e procurando alcuni danni alla struttura.
Piazza Pia Conciliazione pedonale

La piazza, tuttavia, così come la parte del vicino Largo Giovanni XXIII a ridosso di Via della Conciliazione, non davano ai passanti la percezione di essere una piazza. Un semaforo per anni ha regolato il traffico veicolare e pedonale di una via ad alto scorrimento nel percorso Lungotevere-Piazza Adriana-sottopassaggio. Piazza Pia, per molti romani non era altro che l'indirizzo di diverse istituzioni Vaticane e il capolinea di diverse linee autobus. Tuttavia, per il Giubileo del 2025 il Comune ha deciso di prolungare il sottopassaggio del lungotevere, arretrandolo dal Lungotevere Vaticano a Piazza Pia a ridosso con il Passetto di Borgo tale da permettere la creazione di una nuova piazza pedonale nell'area tra Piazza Pia e Largo Giovanni XXIII, che ha così creato un'area pedonale tra Castel Sant'Angelo e Via della Conciliazione che permette un'agevole passeggiata tra San Pietro e Castel Sant'Angelo e ha eliminato il tratto ad alto scorrimento preesistente nonché un semaforo sia per i pedoni che per le automobili. Nella nuova piazza sono state inoltre realizzate due semplici fontane circolari.
Il nuovo progetto è stato promosso dal Comune di Roma come Piazza Pia, ma esso ricade in realtà sia su Piazza Pia che su Largo Giovanni XXIII.

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